Il sabato di Maria

Il sabato santo la Chiesa vive il silenzio dell’attesa.

Gesù sepolto nella fredda tomba sembra aver spento le speranze messianiche.

È invece da quella umiliazione e sconfitta che viene vinta la morte.

Maria, che la liturgia proclama beata per la sua fede, ha creduto nella resurrezione del Figlio, meditando e custodendo nel cuore le sue parole, i suoi esempi e i suoi insegnamenti.

Fu sua maestra in umanità e fu sua discepola in sapienza.

Il giorno che precede la resurrezione è particolarmente riferito a Lei.

La Chiesa è smarrita, sembra aver perso il suo Sposo e chi le rimane come riferimento è la Madre.

Maria non è solo madre di Gesù di Nazareth.

È  Madre di Dio in virtù dell’unione ipostatica della natura divina con quella umana in Cristo.

È un mistero della fede cristiana che offre il paradosso della madre vergine e della figlia del suo figlio.

S. Giovannni Damasceno dice che nella Theotokos  c’è il mistero dell’economia salvifica.

Theotokos significa genitrice di Dio ed è quindi una parola molto forte.

In Maria non c’è procreazione, ma nuova creazione.

Lo Spirito che aleggia sulle acque della Genesi, plasma il nuovo Adamo dalla terra vergine di Maria.

La chiesa bizantina inizia l’anno liturgico l’8 settembre e lo chiude il 15 agosto.

Il mistero di Cristo è racchiuso nel mistero di Maria.

Maria è la Chiesa.

Così come l’identità di un uomo si rivela dall’impronta genetica di un padre e di una madre, allo stesso modo esistono due fonti per conoscere il Verbo: il Padre e la madre.

S. Massimiliano Maria Kolbe invitava i fedeli a non considerare Maria una semplice statua.

Maria è una persona viva.

I tratti e il tratto umani di Gesù, quindi, sono il risultato di un vissuto dinamico e di un’azione educativa dalla quale Gesù ha attinto.

Nella mentalità ebraica la donna vergine era il nulla; solo con i figli diventava importante.

Dio ha fatto della più umile delle creature la più alta: la propria madre.

Nella compassione verso la vedova di Naim che aveva appena perso il figlio, Gesù avrà pensato alla madre sua.

Gesù piange ancora su Lazzaro, su Gerusalemme, sui Samaritani…

La sua umanità, tuttavia, è così autentica che non si ferma solo alle fatiche e alle sofferenze.

Gradiva, infatti, il calore di Betania, l’amicizia di Maria, Marta e Lazzaro…

Come ogni uomo, Gesù era anche criticato…

Un maestro maschio non poteva andare in casa di donne.

Con l’Annunciazione Dio lascia i sommi sacerdoti  e i loro templi e va a Nazaret, entra in un luogo impuro perché custodiva gli animali domestici.

Nel Getsemani è angosciato, ha paura della morte.

Non scende dalla croce e muore come l’ultimo dei malfattori.

È nell’umanità vera.

Fasciato spogliato da neonato, è fasciato nella sindone da morto e liberato nella resurrezione.

Il Sabato Santo può allora significare anche il tempo di una seconda gestazione di Maria, quella del suo Corpo Mistico che troverà nella Parusia e quindi nella risurrezione di tutti e di ciascuno il suo punto di arrivo.

Maria come Assunta in anima e corpo ci precede in Cielo come nuova Eva.

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