«In continuità coi Vaticano II, nella spiritualità del Pontefice, la Madre di Dio continua
a dare vita, giorno dopo giorno al corpo mistico di Cristo. Quando il Santo Padre ci chiede
di pregare per lui, è con la consapevolezza che la Chiesa che formiamo insieme
è il sacramento di Cristo», dice padre Alfonso Bruno, tra i promotori dell’orazione
«per le intenzioni di Bergoglio», il 25 marzo scorso, nella basilica di Santa Maria
Maggiore, «dove dal primo giorno del suo ministero petrino viene a raccogliersi davanti
alla Salus Populi Romani». E dove è andato appena dimesso dal Gemelli per affidare
a Lei «i bambini incontrati nel reparto di oncologia pediatrica e neurochirurgia infantile,
tutti gli infermi e coloro che soffrono per la malattia e la perdita dei loro cari»
Va a pregare davanti a Lei, la Salus Populi Romani, dal primo giorno del suo ministero petrino, prima e dopo ogni viaggio apostolico, ogni volta che c’è qualcosa d’importante diffidarle. Ed è la prima cosa che ha fatto lo scorso 1° aprile, dopo aver lasciato il Policlinico Gemelli di Roma, dov’era stato ricoverato per una infezione respiratoria al termine dell’udienza generale di mercoledì 29 marzo, in seguito a un malore che aveva fatto temere il peggio.
«Il Papa si è fermato davanti all’icona di Maria, affidandole nella preghiera i bambini incontrati nel reparto di oncologia pediatrica e neurochirurgia infantile dell’ospedale, tutti gli infermi e coloro che soffrono per la malattia e la perdita dei loro cari», ha comunicato il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni. Un pensiero particolare di Francesco d Matteo, spentasi ad appena 6 anni, al Gemelli, nella notte che ha preceduto le dimissioni del Pontefice.
Hanno fatto il giro del mondo le immagini del commovente abbraccio, davanti all’ospedale, tra Francesco e la mamma e il papà di questa bambina, colpita, dalla nascita, da una grave malattia genetica, che lui conobbe: l’aveva tenuta in braccio il 23 giugno 2019 mentre celebrava il Corpus Domini a Casal Bertone, nella periferia Est di Roma. Ha raccontato il parroco di famiglia don Luigi Lani: «Quando Angelica nacque, le avevano diagnosticato solo poche settimane di vita. Ora ha chiuso gli occhi per sempre e per i genitori è uno strazio infinito. Il Papa ha detto alla mamma che Angelica ci sarà sempre nel loro cuore e che li ringrazia per l’amore che ha sempre ricevuto». Poi ha parlato loro di Maria, dell’Addolorata sotto la croce e della sua attesa, pur nel dolore, della vita eterna che vince la morte davanti all’effigie della Vergine è andato di certo ai genitori del-la piccola Angelica, Serena e alla Salus Populi Francesco ha chiesto consolazione per questa giovane coppia e per tante mamme e papà che vivono la stessa dura esperienza.
Sempre nella basilica pontificia di Santa Maria Maggiore, una settimana prima, erano stati i fedeli a pregare per il Santo Padre. I francescani dell’Immacolata, infatti, con il sostegno della Pontificia Academia Mariana Internationalis (Pami), hanno organizzato in questa chiesa, dove sei di loro sono responsabili della sacrestia, delle Messe celebrate e dell’accoglienza dei pellegrini, un momento d’orazione con la recita del Rosario per le intenzioni del Santo Padre il 25 marzo scorso, festa dell’Annuncia-zione, la stessa data in cui un anno fa, in San Pietro, Bergoglio consacrò Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, in unione spirituale con chiese e santuari sparsi per il mondo.
«Nella navata centrale, i gruppi di preghiera, le associazioni e le congregazioni religiose spiritualmente segnate dalla devozione mariana erano rappresentate in numero considerevole tra i tanti fedeli che, alla fine del pomeriggio, hanno ringraziato il Signore e recitato questa semplice preghiera, la preghiera del popolo, così adatta allo stile pastorale di papa Francesco», racconta padre Alfonso Bruno, 54 anni, tra i promotori dell’iniziativa, consigliere generale e responsabile della formazione dei 50 studenti di teologia e filosofia dei francescani dell’Immacolata giunti all’evento da diversi Paesi.
«Abbiamo meditato sui misteri gaudiosi per la festa dell’Annunciazione, pregando in particolare per l’unità della Chiesa cattolica e per la pace nel mondo», spiega il religioso, convinto che, in questi tempi travagliati, segnati da controversie e polemiche in ambito ecclesiale, «riconoscere nel successore di Pietro il sigillo dell’unità e della fraternità è garanzia di pacificazione tra le persone e le comunità nella Chiesa».
I francescani dell’Immacolata sono nella posizione ideale per lavorare a questa unità tra i cattolici, avendo riscritto i loro statuti grazie a un lavoro di riforma interna durato a lungo, dal 2013, quando scattarono l’odissea giudiziaria a carico del loro fondatore e i 9 anni di commissariamento, conclusosi formalmente il 13 maggio 2022 con la nomina del Ministro generale, padre anniversario del suo pontificato.
«La sera della sua elezione, sul balcone della basilica di San Pietro, chiese al popolo di Dio di pregare per lui», ricorda padre Alfonso. «Il giorno successivo Francesco si è recato nella basilica di Santa Maria Maggiore per pregare la Vergine Salus Populi Romani che, secondo la tradizione, è stata dipinta da san Luca e che il popolo di Roma venera come sua patrona», aggiunge, sottolineando che questo omaggio alla Vergine Maria è diventato una costante nel papato di
Francesco. «Secondo gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, Maria è il cuore del popolo di Dio, e nella spiritualità di Bergoglio continua a dare vita giorno dopo giorno al corpo mistico di Cristo», conclude padre Alfonso. «Quando ci chiede di pregare per lui, è con la consapevolezza che la Chiesa che formiamo insieme è il sacramento di Cristo».
Tutti, «anche io», ha detto Francesco presiedendo la celebrazione della Domenica delle Palme, «abbiamo bisogno della carezza di Dio» e Maria, madre della tenerezza, è Lei stessa, una delle espressioni dell’amore consolato-rio del Padre che non ci lascia mai.
Francois Vayne (Maria con te)
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