L’ottocentesimo anniversario delle stimmate di San Francesco (1224-2024)è stato segnato dalle vestizioni di tre novizi dei Frati Francescani dell’immacolata a Tarquinia.
Il saio a forma di croce richiama il comune denominatore della Croce nella scelta di chi, rivestendosi del sacro abito, intraprende un cammino di sequela Christi intessuto di donazione totale.
Questi giovani hanno scelto i nome religioso di Gabriele, Carlo e Sebastiano consapevoli che si tratta di una nuova nascita per lo sviluppo delle conseguenze battesimali che lo stato da consacrato comporta.
I segni del rito sono eloquenti attraverso la spoliazione degli abiti civili e il ricevimento del saio dotato del capperone secondo la genuina tradizione francescana.
Anche la corda, priva di nodi, vuole significare la particolarità del novizio che non professando ancora i voti misura se stesso e discerne la Volontà di Dio sulla sua vita con l’aiuto degli accompagnatori e in particolare del Padre Maestro.
Le nuove Costituzioni prevedono due anni di prova, di cui il primo canonico e il secondo riservato ad esperienze più pastorali ed apostolico-visionarie per fornire al formando una conoscenza pratica di quella che sarà la reale dinamica della vita che sta intraprendendo.
Il rito è stato presieduto dal Ministro Generale P. Immacolato Acquali da poco rientrato da una visita alla Delegazione dell’Africa dove lo scorso 8 settembre altri dieci giovani di quel Continente, hanno intrapreso lo stesso cammino.
Nei propositi di P. Immacolato è stato messo l’accento sull’ascesi e sulla penosi dell’imitazione di Cristo.
Oltre a San Francesco i modelli rimangono Maria e S. Massimiliano Kolbe che rivelano l’importanza dell’obbedienza e della docilità come capacità di ascolto e di risposta al progetto di Dio su ciascuno.
La candela accesa che alla fine del rito viene offerta al novizio indica la luce dell’intelletto e il calore dell’amore che devono sempre guidare i passi di chi ha deciso di seguire i passi di S. Massimiliano Maria Kolbe.
Ad multos!
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