San Francesco d’Assisi (1181/82-1226) ha incarnato in modo straordinario lo spirito del Natale, facendone il cuore della sua spiritualità e della sua testimonianza di vita. Per il Santo, il Natale rappresentava non solo un evento da celebrare, ma una realtà da vivere profondamente, un mistero che trasforma la vita del credente. Attraverso i suoi scritti e le sue scelte concrete, Francesco ha posto l’Incarnazione di Cristo al centro del suo messaggio, invitando l’umanità a riscoprire l’umiltà, la semplicità e l’amore di Dio manifestati nel Bambino di Betlemme.
Il Natale negli scritti di San Francesco
Gli scritti di San Francesco, pur brevi e semplici, rivelano una profonda devozione al mistero dell’Incarnazione. Nella Lettera a tutto l’Ordine, Francesco esorta i frati a celebrare il Natale con particolare solennità:
“Nel giorno del Natale del Signore, i ricchi donino ai poveri, e i buoi e gli asini ricevano una razione abbondante e migliore del solito.”
Questo passaggio mostra come per Francesco il Natale non fosse solo un momento liturgico, ma un’occasione per vivere concretamente la carità e la comunione. Il Santo desiderava che ogni creatura, umana e animale, partecipasse alla gioia dell’Incarnazione. Il tema del dono, centrale nella festa del Natale, si traduce in gesti concreti di amore e attenzione verso i più bisognosi.
Un altro scritto significativo è il Cantico delle Creature, che, pur non esplicitamente natalizio, riflette lo spirito di Francesco: la lode per la bellezza del creato e per la bontà di Dio, che nel Natale si fa carne e si unisce alla sua creazione.
Il Presepe di Greccio: la celebrazione visibile del Natale
L’evento più emblematico della devozione di San Francesco al Natale è senza dubbio la celebrazione del Presepe di Greccio nel 1223. Secondo la narrazione del suo biografo Tommaso da Celano, Francesco desiderava rendere visibile il mistero del Natale, facendo rivivere la scena della nascita di Gesù. Per questo, organizzò una rappresentazione nella grotta di Greccio, con una mangiatoia, un bue e un asino, per evocare la semplicità della nascita di Cristo.
“Desidero vedere con i miei occhi il disagio in cui si trovò il Bambino, come giacque nella mangiatoia, e come fu deposto sul fieno tra il bue e l’asino.”
(Tommaso da Celano, Vita Prima)
Questa rappresentazione non era solo un gesto simbolico, ma una vera e propria catechesi visiva, che permetteva ai fedeli di entrare in contatto con il mistero dell’Incarnazione. Il Presepe di Greccio divenne un modello per la tradizione cristiana, diffondendo in tutto il mondo la pratica di rappresentare la nascita di Gesù.
L’umiltà e la povertà del Natale
Un tema centrale nella visione francescana del Natale è l’umiltà e la povertà di Cristo. Per Francesco, il mistero del Natale è inseparabile dalla scelta di Dio di nascere povero, in una stalla, condividendo la condizione degli ultimi. Questo tema è evidente nel suo invito a vivere una povertà radicale, come segno di comunione con Cristo povero.
Nella Lettera ai fedeli, Francesco sottolinea l’importanza di riconoscere l’umiltà di Dio nell’Incarnazione:
“Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio: si fa nostro fratello e Signore, si fa povero per arricchirci con la sua povertà.”
Questo invito a contemplare l’umiltà di Dio è anche un appello alla conversione: solo chi si fa piccolo e povero nel cuore può accogliere il mistero di Cristo.
La gioia francescana del Natale
Per Francesco, il Natale era la festa della gioia perfetta, una gioia che scaturisce dalla consapevolezza dell’amore di Dio. Anche nei momenti più difficili della sua vita, come durante la malattia o le prove dell’Ordine, il Natale rappresentava per lui una fonte inesauribile di consolazione.
Secondo la tradizione, Francesco desiderava che durante il Natale fosse concesso a tutti, anche ai poveri e ai prigionieri, di ricevere qualcosa per rallegrare il cuore. La gioia del Natale non era per lui un lusso, ma una necessità spirituale, un segno della presenza di Dio che rinnova ogni cosa.
L’attualità del messaggio natalizio di Francesco
Il Natale vissuto e predicato da San Francesco conserva una straordinaria attualità. In un mondo spesso dominato dal consumismo e dall’indifferenza, il messaggio francescano ci invita a riscoprire la semplicità e la condivisione. Il Presepe, con la sua umiltà e il suo richiamo al mistero dell’Incarnazione, rimane un simbolo potente che ci ricorda l’essenza del Natale: Dio si fa vicino, povero tra i poveri, per rivelare il suo amore infinito.
San Francesco d’Assisi ha dato al Natale un significato profondo e universale. Nei suoi scritti, nella celebrazione del Presepe e nella sua vita, il Santo ci insegna a vivere il mistero dell’Incarnazione con stupore, umiltà e gioia. Il Natale, per Francesco, non è solo un momento di festa, ma un invito a trasformare la nostra vita, seguendo l’esempio di Cristo che si è fatto povero per arricchirci con il suo amore.
Che il suo esempio ci ispiri a vivere ogni Natale come una rinnovata occasione di incontro con il Dio che si fa Bambino, nella semplicità del nostro cuore e nella condivisione con i più bisognosi.
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