Dal Mercoledì delle Ceneri a un cammino di conversione
La Quaresima inizia con il Mercoledì delle Ceneri, un giorno di riflessione e conversione che segna l’ingresso in un tempo forte dell’anno liturgico, un pellegrinaggio interiore che ci conduce alla Pasqua di Risurrezione. La cenere imposta sul capo dei fedeli è un segno austero ma carico di significato: ricorda la fragilità dell’uomo e la chiamata alla conversione, un ritorno radicale a Dio.
Quest’anno, il Mercoledì delle Ceneri è stato segnato da un’assenza significativa: Papa Francesco, ricoverato per problemi di salute, non ha potuto presiedere il rito di imposizione delle ceneri. Tuttavia, la sua sofferenza vissuta nel silenzio diventa anch’essa un segno di questo tempo penitenziale, in cui siamo chiamati a portare la croce con Cristo e a riconoscere la nostra debolezza, affidandoci alla misericordia divina.
Nel contesto del Giubileo del 2025, questa Quaresima assume un valore ancora più profondo: la speranza della riconciliazione, della giustizia e della misericordia si intreccia con la nostra chiamata personale a rinnovarci interiormente, proprio come avveniva nel Giubileo dell’Antico Israele, tempo di ritorno alla santità, condono dei debiti e libertà ritrovata. Così anche oggi siamo chiamati a rispondere al dono della grazia con un cuore nuovo e libero.
San Massimiliano Maria Kolbe: La Quaresima come offerta di sé
La Quaresima non è solo un tempo di penitenza, ma un tempo di offerta e di amore radicale. In questo cammino, una delle figure più luminose che ci guida è San Massimiliano Maria Kolbe, il francescano martire dell’amore, che ha vissuto fino in fondo il senso del sacrificio cristiano.
Per San Massimiliano, la Quaresima non era solo un periodo di rinunce esteriori, ma un tempo di totale donazione a Dio e al prossimo, sulla scia della Vergine Immacolata. Tre aspetti fondamentali del suo vivere la Quaresima ci offrono una chiave per comprendere questo tempo:
1. Digiuno come libertà interiore – San Massimiliano non vedeva il digiuno solo come una privazione materiale, ma come un mezzo per liberarsi da ciò che impedisce il dono di sé. Nel campo di concentramento di Auschwitz, la sua astinenza dal cibo e il suo offrire il poco che aveva per gli altri erano espressione di una Quaresima vissuta fino all’ultima conseguenza: il dono della propria vita.
2. Preghiera come abbandono a Dio – La sua spiritualità mariana lo portava a una preghiera incessante. Nella preghiera trovava la forza per affrontare la sofferenza e l’ingiustizia, mantenendo un cuore saldo nella speranza. Anche nelle situazioni più drammatiche, la sua fede restava incrollabile.
3. Carità come sacrificio totale – La sua scelta di morire al posto di un padre di famiglia nel bunker della fame di Auschwitz è il segno più alto della carità cristiana. Nella sua offerta, Kolbe ha compiuto il senso più profondo della Quaresima: “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13).
Il testimone di San Massimiliano Kolbe ci insegna che la Quaresima è un tempo per imparare ad amare con radicalità, affidandoci completamente a Dio, abbandonando ogni egoismo e aprendoci alla logica del dono.
Un tempo giubilare di misericordia e conversione
In questo Anno Santo 2025, la Quaresima diventa un tempo ancora più significativo: il Giubileo è il momento in cui Dio chiama il suo popolo alla riscoperta della grazia ricevuta e al rinnovamento della propria vita.
L’Antico Israele viveva il Giubileo come tempo di restituzione, di perdono, di libertà e di giustizia. Così anche per noi, la Quaresima di quest’anno deve diventare un cammino di:
• Restituzione della santità: Riconoscere che tutto è dono di Dio e ritornare a Lui con cuore sincero.
• Condono dei debiti spirituali: Sperimentare la misericordia di Dio nel sacramento della riconciliazione, senza paura di lasciarsi trasformare dalla grazia.
• Giustizia e solidarietà: Impegnarsi in gesti concreti di carità e giustizia, per essere segni di speranza in un mondo ferito da divisioni e guerre.
• Riposo in Dio: Prendere tempo per la preghiera e la contemplazione, per ritrovare il senso profondo della nostra esistenza.
Un pellegrinaggio di speranza
Papa Francesco, nel messaggio per la Quaresima di quest’anno, ha ricordato che questo tempo favorevole è un’occasione per tornare al Signore con tutto il cuore. La sofferenza e le difficoltà, come la sua malattia che lo ha costretto a rinunciare al rito delle Ceneri, ci ricordano che la vera conversione non è fatta solo di parole, ma di testimonianza vissuta.
San Massimiliano Kolbe ci insegna che la Quaresima non è solo rinuncia, ma pienezza di amore. Digiuno, preghiera e carità non sono fini a sé stessi, ma strumenti per trasformare la nostra vita, così che possiamo diventare segni di speranza in un mondo assetato di verità e giustizia.
In questo Anno Santo, lasciamoci riconciliare con Dio, perché “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!” (2Cor 6,2). La Quaresima ci chiama a essere pellegrini di speranza, camminando verso la Pasqua con un cuore rinnovato, certi della benevolenza del Padre.
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