La prima professione religiosa rappresenta, per ogni novizio, un passaggio decisivo e irreversibile: la soglia tra l’inizio del cammino vocazionale e l’assunzione pubblica, ecclesiale e spirituale di uno stato di vita conforme ai consigli evangelici. In essa si compie un atto di amore totale, di offerta di sé a Dio e alla Chiesa, radicato in una scelta libera e definitiva. Per i Frati Francescani dell’Immacolata, tale atto assume un valore ulteriore, perché è sigillato da un voto mariano che illumina, interpreta e radicalizza i voti di castità, povertà e obbedienza.
La prima professione come atto teologale ed ecclesiale
Secondo la dottrina della Chiesa, la professione religiosa è “un atto ecclesiale e liturgico, mediante il quale una persona si consacra a Dio per la via dei consigli evangelici”¹. Nel contesto della prima professione, il novizio – ormai formatosi nella vita di preghiera, nel discernimento, nella comunità e nello studio – si impegna con voto pubblico ad abbracciare castità, povertà e obbedienza secondo la Regola e le Costituzioni dell’Istituto.
Questo atto è profondamente cristocentrico: si tratta di conformarsi a Cristo vergine, povero e obbediente, per partecipare più intimamente al suo mistero pasquale e alla sua missione redentrice². Tuttavia, è anche un atto ecclesiale, perché inserisce il religioso nella missione della Chiesa, come segno profetico e memoriale vivente del Regno futuro³.
Il significato spirituale della prima professione
Dal punto di vista spirituale, la prima professione è una dichiarazione d’amore: non solo un “sì” alla chiamata di Dio, ma un “ecce venio” pronunciato con la radicalità di Maria e la generosità di Francesco d’Assisi. È il momento in cui il giovane religioso esce da sé stesso per appartenere totalmente a Cristo, vivendo come “memoria vivente dello stile di vita di Gesù”⁴.
Per i Francescani dell’Immacolata, la spiritualità della professione è intimamente legata alla consacrazione mariana illimitata, che dà forma interna e impulso missionario a tutta la vita consacrata. La scelta di Dio si fa così anche scelta di Maria, la prima consacrata, la “Vergine fatta Chiesa” (come la chiamava san Francesco), la Madre e Modello di ogni religioso.
Il voto mariano: essenza della vita francescano-mariana
Il carisma proprio dei Francescani dell’Immacolata si esprime in modo unico attraverso l’emissione di un quarto voto: il voto mariano. Tale voto, che segue l’insegnamento di san Massimiliano Maria Kolbe, consiste in “offrirsi interamente all’Immacolata come cosa e proprietà sua, per appartenere solo a lei, senza riserva”⁵.
Questa forma di consacrazione si radica in una mariologia eminentemente cristocentrica, nella quale Maria è la via più breve e più perfetta per unirsi a Cristo. Il voto mariano non è una semplice devozione, ma un criterio teologico di vita, di missione, di formazione e di apostolato. Come dicono le più recenti Costituzioni dell’Istituto:
Il Voto mariano nella sua dimensione teologico-spirituale, presenta l’Immacolata Mediatrice che opera con lo Spirito Santo alla santificazione della vita consacrata del Frate, marianizzandolo nel suo essere e operare, per condurlo alla più alta e perfetta cristificazione, divenendo cioè come Lei (cf. SK 1272), a gloria suprema della SS.ma Trinità e a salvezza di tutte le anime ⁶.
Per il novizio che emette la prima professione, il voto mariano è ciò che illumina e sigilla interiormente gli altri tre voti 7:
- la castità diventa espressione dell’amore indiviso dell’Immacolata;
- la povertà si trasforma in spoliazione gioiosa per possedere solo lei;
- l’obbedienza è resa docilità assoluta alla sua volontà, tramite i superiori legittimi.
Prospettive teologiche e attualità del carisma
Nel contesto attuale della vita consacrata, spesso minacciata da forme di mediocrità, autoreferenzialità o perdita di slancio missionario, la prima professione religiosa e il voto mariano rappresentano un richiamo forte alla radicalità evangelica vissuta in forma mariana e missionaria.
Come affermava Benedetto XVI, la consacrazione religiosa deve essere “trasparenza del Vangelo”, e solo un cuore totalmente donato può portare frutto duraturo. In questo senso, la prima professione e il voto mariano sono il fondamento di un’esistenza che si fa totale testimonianza.
Ogni professione religiosa è un evento teologico e spirituale di grazia, ma la prima ha un valore unico: è il primo “sì” pubblico e definitivo alla chiamata divina. Per i Francescani dell’Immacolata, questo “sì” è sigillato dalla presenza della Vergine, che accoglie il giovane consacrato come proprietà sua, per formarlo a immagine del Figlio e renderlo strumento docile nella missione della Chiesa.
Come afferma anche Papa Francesco, la vita consacrata è “memoria vivente” dello stile di Gesù e chiamata a vivere il dono con perseveranza e fecondità. In questo senso, la prima professione e il voto mariano sono la forma concreta con cui il religioso si lascia plasmare da Maria per essere totalmente di Cristo e trasparenza del Vangelo nel cuore della Chiesa.
Come Maria, anche il novizio consacrato impara a dire:
“Fiat mihi secundum verbum tuum” 8 – e a vivere, per sempre, “Totus tuus Maria”.
Note
- Cf. Codice di Diritto Canonico, can. 654.
- Cf. Vita Consecrata, n. 14.
- Ibid., n. 1.
- Cf. Giovanni Paolo II, Redemptionis Donum, n. 3.
- Cf. San Massimiliano Kolbe, SK 1318.
- Cf. Costituzioni dei Francescani dell’Immacolata, n. 42.
- Ibid. n. 43.
- Lc 1, 38.
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