Messaggio Pasquale 2025 di P. Immacolato M. Acquali, FI – Ministro Generale

Aprile 17, 2025

«Et dicebant ad invicem quis revolvet nobis lapidem ab ostio monumenti?»
(«Dicevano tra loro: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?»)

– Mc 16,3

La Pasqua del Signore rivela la solidarietà del Dio vivente con la nostra condizione di pellegrini nel tempo e allo stesso momento ci dona la speranza cristiana di divenire cittadini dell’eternità. Mentre nella morte di Cristo ci è manifestata la vicinanza fedele di Dio al dolore e alle tribolazioni umane, nella sua risurrezione siamo messi di fronte all’evento nel quale ci è rivelata e promessa la destinazione del tempo al suo felice compimento nella comunione con Dio.

Le vicende storiche che si collocano tra l’Ascensione e il ritorno di Cristo rappresentano un estendersi della virtualità del mistero pasquale ad ogni epoca umana, toccando sia la dimensione collettiva così come quella personale. Quando Gesù afferma, alla fine del Vangelo secondo Matteo: «Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» di questo ci parla, di quella forza di Dio operante nel Cristo che ciascuno può avvertire nella propria persona, ontologicamente e non solo emotivamente, a condizione che apra gli occhi del cuore, biblicamente inteso. Qui trova anche origine e consistenza la storia della Chiesa, che è storia anzitutto delle conseguenze di questo dono.

Gli uomini possono rimanere indifferenti ad esso o anche opporsi, come le vicende di ogni epoca ci ricordano fin troppo bene, ma in realtà esso intraprende il suo cammino nella storia, creando le moltitudini di Santi, sia conosciuti che sconosciuti, donando a tutti coloro che lo desiderano sinceramente di avere gli stessi sentimenti di Cristo, nel suo amore verso gli ultimi, nella sua lotta per la giustizia, nella sua dedizione per ogni persona, nel suo spirito di adorazione del Padre e di preghiera. Chi analizza il mondo contemporaneo con gli occhi della fede ne avverte certamente tutte le negatività e le distorsioni, ma vede anche lo Spirito del Risorto che incessantemente opera per salvare questa stessa umanità.

Come consacrati abbiamo la grazia, che cristianamente deve sempre trasformarsi in compito e missione, di vivere la nostra Pasqua quotidiana nel confronto tra la nostra coscienza e la Parola del Risorto, nella partecipazione ai Sacramenti irradiazione della potenza del mistero pasquale e, data la dimensione comunitaria della nostra consacrazione, nel sostenerci, nel donarci reciprocamente quella carità che è l’unico vero patrimonio che avrà consistenza al momento del nostro incontro definitivo con Cristo.

Come consacrati a Maria meditiamo in questo tempo di Pasqua i passaggi decisivi che nella vita della Vergine si compiono. La fiat dell’Immacolata segna il transito tra Nuovo e Antico Testamento, nel suo grembo verginale avviene il “passaggio” di Dio dal cielo alla terra e sul Calvario è la testimone credente del passaggio dell’umanità dalla vita alla morte. Che la presenza materna di Maria SS. sostenga la nostra famiglia religiosa nel suo cammino tra le tribolazioni del mondo e le consolazioni di Dio fino alla Pasqua definitiva in Cristo.

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